30 settembre 2006

Brevi dal Mali

1. Ma perché a Bgara non c’è mai l’acqua? Dio benedica gli acquedotti!! 2. Il miglio cresce bene, ma non in certi villaggi, dove si teme già la carestia dopo due anni negativi 3. Le vieux ha perso tutti i denti 4. Qualcuno dica ai francesi che hanno perduto la coppa del mondo, che si rassegnino, e che la smettano di torturare gli italiani e gli italo-maliani, basta rosicare di invidia!!! (Avevo bisogno di questo sfogo sorry per i francesi di buona volontà) 28/09/06 by katia

I lavori della scuola.


Dopo un mese circa dall’inizio dei lavori, la scuola è come per magia quasi finita!!!! È una gioia immensa per me vedere questa costruzione crescere, perché pur avendo a cuore tutti i nostri progetti, in questa idea ho davvero creduto molto, ed è bello vedere come al villaggio anche i bambini aiutano nella costruzione, ansiosi di avere la loro scuola!!! 28/09/06 by katia

L’Africa al rallentatore


Subito dopo la festa, penitenza!!! Sabato è cominciato il mese del karem, come chiamano qui il mese di Ramadam. Si è subito entrati in un atmosfera al rallentatore, la gente di giorno riposa, e il caldo si fa sentire. Io da parte mia ho fatto il mio piccolo Ramadam, digiunando come tutti. Perché? Prima di tutto perché lo avevo promesso, poi perché mi avevano detto che una toubab non avrebbe potuto farcela (che sfida!!) e infine per condividere con i miei amici questo momento, e soprattutto il momento in cui si rompe il digiuno, al calare del sole.. una vera festa!!!!! 25/09/06by katia

Festa dell’indipendenza a Macina.

Il 22 settembre in Mali si celebrava la festa dell’indipendenza..io ne ho approfittato per fare il primo vero giorno di vacanza in un anno di Mali (e sottolineo un giorno arrivati la notte partiti il pomeriggio!). Il gruppo era formato da una delegazione italo-maliano-senegalese, tutti insieme per partecipare alle celebrazioni nel bellissimo villaggio di Macina, culla della Dina de Maacina, nel delta del Niger. Al mattino abbiamo visto la sfilata dei 22 villaggi del distretto in un turbinio di musica e colori, al pomeriggio il momento clou: la corsa delle piroghe!!!! Insomma ho passato una bellissima giornata in compagnia dei miei amici, circondata dalla grande famiglia africana, in un posto che mi è entrato subito nel cuore.. a proposito chi ha vinto? W KE BOZO!!!! 24/09/06 by katia

28 settembre 2006

Projeto Terra, Espirito Santo, Brasil

Ieri ho incontrato Fatima, architetta brasiliana che vive a Salerno, conosciuta tramite Salvatore Messineo. Fatima ha contatti con l’Università di Salerno e con il projeto terra di Vitoria, nello stato di Espirito Santo (tra Salvador, Belo Horizonte e Rio). Il progetto è un intervento di comune e ong locali per la riqualificazione di aree periferiche, ambiente e occupazione per i giovani tramite microimprese e cooperative, insomma molto nella nostra linea. Siamo rimaste d’accordo che da un lato io le darò del materiale nostro e investigheremo interesse presso la rete di Cento città, dall’altro lei cercherà di coinvolgere gli enti con cui è in contatto e soprattutto da dicembre di lavorare sul posto per uno studio di base e un avvio di contatti. Daniela


L'isola di Vitória, capitale dello Espírito Santo, ha visto le sue un'occupazione intensa e disordinata negli anni '60 e '70, principalmente a causa del cambiamento di asse dell'economica locale. Con lo sradicamento del caffè e l'installazione di industrie nell'area metropolitana, migliaia di famiglie sono migrate verso la capitale.
Dalle difficoltà di accesso alla mancanza di condizioni basiche di sicurezza, oltre alla quasi inesistenza di attrezzature e infrastrutture pubbliche, la vita nei morros non offre i livelli minimi di qualità.
Il progetto prevede servizi di urbanizzazione, regolarizzazione fondiaria, riforestazione e sviluppo comunitario (incentivo alla formazione di cooperative, formazione professionale e assistenza a anziani, bambini, adolescenti e famiglie povere, educazione ambientale e sanitaria).

http://www.vitoria.es.gov.br/secretarias/estrategica/prio1.htm


in Guatemala invece


Stefania di Mais è stata in Guatemala dal 20 al 25 agosto, per una breve missione a partire dal Nicaragua.
Il progetto ha il grande interesse dell'ambasciata, perché rappresenta l’interesse del Ministero degli Esteri per un nuovo modus operandi (tante ong, dello stesso territorio, grande coinvolgimento della cooperazione decentrata).
Il primo anno di progetto terminerà il 31 ottobre.
Per fare un primo bilancio almeno del settore formativo di cui ci occupiamo, è necessario che si sviluppi ancora nel senso della partecipazione popolare, della partecipazione delle altre ong e della sensibilizzazione in merito al senso del centro comunitario e formativo in costruzione.
Nel corso del prossimo anno faremo anche una valutazione partecipata sul posto con tutte le organizzazioni coinvolte.
Continuano a partecipare anche il Comune di Torino, nonostante siano ancora in definizione le nuove linee politiche dopo il cambio di assessore ormai vari mesi fa, e la Regione Piemonte.

è qui il nostro cooperante in Mozambico, Antonio Archetti

MOZAMBICO: Il progetto sta correndo bene, con l’arrivo dei fondi ad aprile-maggio i corsi sono ripresi a ritmo serrato, mattina e pomeriggio - con centinaia di iscritti grazie alla comunicazione dei media locali e dell’Ugc, dovendo anche rifiutarne.

Nel paese si sta dando molta enfasi alla formazione di II livello, ma continua a mancare la manodopera specializzata. Un gruppo interministeriale sta studiando la questione e ha riconosciuto che stiamo facendo ciò che loro hanno ancora solo in programma.

Abbiamo già un forte legame col Ministero del Lavoro e siamo uno dei pochi centri di formazione autorizzati, tanti anche conosciuti non lo sono. A ottobre quindi faremo richiesta per avere fondi allocati su questo ambito.

Altre attività previste stanno cominciando per cui è indispensabile la missione del III cooperante. A ottobre i primi finiscono la formazione completa, dopo la quale è prevista la parte di microcredito e inserimento. Inoltre si dovranno coordinare i 4 mozambicani che dovranno dare la continuità al settore.

Le esperienze già attivate finora nella zona su associazioni e microcredito sono state abbastanza fallimentari. A ottobre organizzeremo un seminario sulle esperienze di autoimpiego che si è cercato di realizzare. Per esempio il municipio pensa di provare a costituire un’incubatrice, che ospiti e assista le microimprese. La potremo fare anche noi, ma la nostra officina non è dedicata solo alla formazione ma a tutta l’Unione generale delle cooperative per qui è più complesso.

Vanno valutati i criteri per dare i kit, e seguite quali autorizzazioni siano necessarie per le microimprese. L’aspetto comunque ha molta rilevanza perché ci permette di non essere solo un ente formativo.

I giovani sono stati finora ben ricevuti dalle aziende, nonostante il basso livello di istruzione; questo è stato piacevolmente sorprendente. I settori sono stati comunque scelti bene perché sono quelli che tirano di più. Il kit si potrebbe valutare come “dote” del giovane all’azienda, anche. Bisogna riflettere bene sull’aspetto microcredito. Forse non tutti i mestieri, soprattutto artigianali, sono fatti per essere “fatti insieme” piuttosto che singolarmente. Interagendo con le istituzioni si potrebbero ipotizzare strutture d’appoggio come quella del comune, o anche collaborare col comune ospitando lì i giovani e pagando una parte delle spese.

A livello di officina c’è già una maggiore economica e un maggior controllo dei servizi interni; le macchine entrare e transitano per un periodo limitato, e i pezzi di ricambio si sono cominciati a comprare anche con i soldi guadagnati dai servizi esterni dell’officina stessa. Però si è anche dovuto cominciato a rifiutare delle macchine, perché siamo anche impegnati sulla formazione; adesso però si sta inserendo un tecnico esperto locale.

La scuola di formazione pure sta sviluppando una sua sostenibilità; per ora non si stanno facendo pagare i parenti dei soci, poi si farà. Ma si ospitano i progetti di formazioni di altre ong. Si sta collaborando con Terres des hommes Italia e ci sono altre prospettive. Il centro ora è legale e intitolato a Padre Prosperino, ha aperto un conto suo.

Per ora l’Ugc ha ancora molti altri problemi, ma nel frattempo si è più strutturata. Ancora non si è realizzato il desiderio dell’Utl in merito all’autonomia delle unità operative, che all’Ugc pesa: tiene soprattutto al controllo amministrativo e finanziario stretto. È comunque più presente che in passato.

Il centro avrà bisogno di un maggiore accompagnamento; i professori sono pagati dal progetto e il centro non è ancora autosostenibile. Stiamo seguendo la riforma del settore della formazione professionale in cui il Governo sta insistendo, proprio nella prospettiva di poter diventare un centro pilota con il sostegno governativo. Abbiamo ancora un anno per svilupparci maggiormente.
L’Ugc ha inoltre un altro centro a Mahotas, fuori, un po’ in rovina, che in futuro potrebbe unificarsi col “nostro”, e un Istituto commerciale nel centro di Maputo, autosufficiente e con un’utenza più borghese.

Il direttore didattico assunto dovrebbe poi prendere il posto di Paolo, è competente, ma non è ancora visto come un uomo dell’Ugc.

23 settembre 2006

Posa della prima pietra per la scuola di Konsogue Do


Il 2 agosto ha avuto luogo a Konsogue Do la posa della prima pietra per la costruzione della scuola di Konsogue Do, finanziata dal comune di San Benigno Canavese e co-finanziata dall’ambasciata della Gran Bratagna in Mali. La celebrazione ha avuto luogo in presenza delle autorità e della ong locale P.D.Co che seguirà la corretta esecuzuione dei lavori in collaborazione con l’ong RETE. By katia

21 settembre 2006

novità della settimana: partenze ed incontri.

E' attualmente in Mali, a Bandiagara, Katia Medeot, per seguire la costruzione di una scuola di villaggio realizzata con il contributo degli abitanti di San Benigno Canavese, seguire gli altri progetti in corso e studiare insieme ai partner locali nuove proposte per sostenere la filiera dello scalogno dogon e assicurare maggiormente la sicurezza e la sovranità alimentare dell'area.

In Mozambico andrà a breve, per una missione di 4 mesi e mezzo di supporto alla Cassa di risparmio e credito dell'Unione Generale delle Cooperative di Maputo, Mario Lovaglio. Questo ambito è di responsabilità di Mais, il nostro partner nel progetto Bairro 25 de julho. La cassa di risparmio e credito (CPC) si occupa di microcredito per i membri delle cooperative.

A novembre andrà invece in Salvador Daniela Guasco per una missione destinata alle questioni di genere sul progetto in chiusura a San Salvador e per lavorare all'ideazione di nuove iniziative con l'associazione DIGNAS, un'organizzazione per i diritti delle donne.

Sono venuti a trovarci i rappresentanti dell’associazione italo-maliana di Torino: Aziz Guité, Mohamed Coulibaly e Rosario Cutri. Non avevamo ancora collaborato con loro, ma siccome stiamo cercando di avviare rapporti con le comunità immigrate dai paesi in cui operiamo, li abbiamo invitati a partecipare a quanto facciamo ed elaborare delle iniziative comuni.

La palma africana invade il Nicaragua

In programma una forte espansione della coltivazione della palma da olio per incoraggiare la produzione di biodiesel
Il governo del Nicaragua, attratto dal miraggio che la produzione di biodiesel possa contribuire a migliorare le precarie condizioni socio-economiche in cui versa il paese centroamericano, ha in programma una forte espansione della coltivazioni di palma da olio, meglio conosciuta come palma africana. Si tratta di un piano di investimento agroindustriale che interesserà principalmente la Regione autonoma dell'Atlantico del Sud (Raas) che, come la Regione autonoma dell'Atlantico del Nord (Raan), deve il suo statuto di autonomia a un accordo tra le popolazioni indigene dell'area e l'ormai quasi dimenticata Rivoluzione sandinista degli anni '80.

Autonomia che i governi succeduti ai sandinisti stanno rimettendo in discussione per favorire interessi economici di imprese nazionali e straniere. Con un'estensione di 27.546 chilometri quadrati, la Raas - il cui centro amministrativo è a Blufields, piccolo porto della costa atlantica nicaraguense - rappresenta il 21,1% del territorio nazionale dove, secondo l'ultimo censimento del 2000, vivono 272.252 tra indios Ramas e creoli che, oltre alle loro antiche lingue, parlano lo spagnolo e l'inglese ereditati dalle occupazioni coloniali.

La coltivazione di palma africana non è una novità in Nicaragua, oltre 10 mila ettari di foresta a Kukra Hill e El Castillo erano già stati rasi al suolo per far spazio alla nuova coltivazione, ma ormai quella piantagione è invecchiata e produce poco. Così il governo del presidente Enrique José Bolaño ha contattato autorità malesi per concordare una donazione di semi migliorati di palma da olio che verranno seminati in diverse località della regione atlantica meridionale - Nuova Guinea, Blufields, Rio San Juan, Rama, San Carlos - per un totale di 7200 ettari di terra, che sarà confiscata a contadini e indigeni che la coltivano per la propria sussistenza.

Molto interessate alla produzione di biodiesel in Nicaragua sono anche imprese di Taiwan, Giappone e la Corporaciòn Dinant dall'Honduras, paese dell'istmo centroamericano che già coltiva 80 mila ettari di palma africana e conta di arrivare a 200 mila ettari. I futuri signori del biodiesel si sono di recente incontrati a Managua in una riunione organizzata dall'Iica (Istituto internazionale di cooperazione per l'agricoltura), il cui rappresentante in Nicaragua, Gerardo Escudiero, ha dichiarato che la multinazionale agroindustriale statunitense Cargill sarebbe disposta a comprare buona parte della produzione di biodiesel - e dal ministro per l'agricoltura e foreste Mario Salvo - convinto che il Nicaragua possa potenzialmente arrivare a coltivare 2 milioni di ettari di palma da olio e collocarsi tra il secondo e il quinto posto nella classifica mondiale dei produttori di biodiesel.

L'evento ha avuto grande rilevanza sulla stampa locale ma ha anche messo in allarme gli abitanti dei municipi della Raas. Nel giro di pochi giorni, la Coalizione per la conservazione della biosfera del sudest nicaraguese (Cocibio), si è riunita nei municipi le cui risorse naturali rischiano di essere danneggiate dalla monocoltivazione di palma africana. Denunciano l'intenzione del presidente Bolaño di promuovere, mediante decreto e in violazione dello Statuto di autonomia, la coltivazione estensiva di palma africana nella regione del sud e nordest del Nicaragua senza considerare l'impatto negativo sulla biodiversità ambientale dell'area. Proprio come è già avvenuto a Kukra Hill: dopo la coltivazione con palma da olio su 10 mila ettari di terreno è scomparsa qualsiasi altra forma di vegetazione, i latifondisti si sono arricchiti mentre le acque dei principali fiumi della zona sono stati contaminati dai pesticidi, e la diversità biologica ittica irrimediabilmente compromessa.

La zona interessata dal progetto si trova nella Riserva della biosfera del Rio San Juan, all'interno della quale sono comprese sei aree protette riconosciute dall'Unesco come patrimonio dell'umanità. Si tratta di una zona ad alta piovosità e la monocoltura di palma potrebbe provocare erosione e perdita di fertilità del terreno; inoltre i sistemi di produzione agricola su vasta scala necessitano di utilizzo massiccio di prodotti agrochimici che a causa dell'alta piovosità raggiungono le falde acquifere contaminandole. Il Cocibio non ha alcuna intenzione di accettare deroghe allo Statuto di autonomia della Raas in nome di un progetto presentato dal governo centrale come una «opportunità per la nazione». Se verrà tolta loro la terra, contadini e indigeni sono pronti a resistere: contro la violazione dei diritti degli abitanti delle comunità rurali e la perdita di coltivazioni tradizionali già esistenti nella zona che garantiscono la loro sovranità alimentare.
Il Manifesto, 20 settembre 2006
http://www.greenplanet.net/

15 settembre 2006

Sabato 16 settembre, alle 21,- a cena al Cecchi-Point con i ragazzi cuochi e attori

Si sta concludendo uno scambio internazionale di giovani di
. Bosnia
. Serbia
. Germania
. Italia
organizzato dalla nostra Associazione con il Comune di Torino con il tema
" Teatro e Cucina "
L'evento finale è la cena di sabato 16 settembre, dove i giovani partecipanti distribuiranno i piatti imparati e cucinati scambiandosi le ricette dei rispettivi Paesi e presenteranno un conseguente lavoro teatrale.
Il luogo dell'incontro è il " CECCHI - POINT " , in Via Antonio Cecchi n. 17, alle ore 21,-
con offerta libera a parziale sostegno di questo progetto.
Sarà interessante partecipare per osservare come hanno socializzato dei giovani dei diversi
Paesi e, non ultimo, gustare i piatti delle cucine tipiche, il tutto inserito in una recita teatrale
.... a sorpresa.

14 settembre 2006

i nostri amici a Terra Madre


A fine ottobre avrà luogo Terra Madre, l’incontro delle comunità del cibo promosso da Slow Food, a cui abbiamo potuto invitare i nostri partner maliani, senegalesi e burkinabé.
Approfittando della loro presenza vorremmo organizzare:

1. un incontro con le realtà dell’agricoltura alternativa in Piemonte, per permettere a loro di conoscere i nostri progetti e partner e agli africani di conoscere le riflessioni in corso qui sull'agricoltura alternativa (legandoci alla campagna EuropAfrica): AIAB, cooperative e comuni rurali come la Cascina Penseglio di Albugnano.

2. un incontro in Università e l’Envipark, più tecnico, coinvolgendo soprattutto i dipartimenti di Agraria e Geologia, le ditte che appoggiano i progetti e la Smat per parlare di irrigazione al mattino e di agricoltura e trasformazione il pomeriggio, invitando studenti interessati e altre Ong.

3. un incontro in uno dei comuni che sostengono i nostri progetti o sono interessati a farlo, come Andezeno, invitando San Benigno, Moncalvo, Grugliasco e Venaria, consorzi ortofrutticoli locali come Asprocor Piemonte, comuni dai prodotti tipici affini a quelli che sosteniamo in Africa e la Provincia di Torino con l’Ufficio che cura il paniere dei prodotti tipici, per cercare nuovi sostegni economici e stabilire rapporti istituzionali.


notizie dal COCIS

IL VELINO - Finanziaria: senza soldi la cooperazione è "a rischio paralisi"

Roma - Settembre, tempo di legge finanziaria. Che equivale ancora una volta a tagli “da lacrime e sangue” soprattutto in settori che – come la cooperazione allo sviluppo – vengono considerati da alcuni, anche nel governo, qualcosa di non essenziale. Quest’anno, poi, “l'emergenza Libano” ha ulteriormente complicato le cose: se per gli aiuti umanitari a questo paese il governo ha stanziato a fine agosto 30 milioni di euro, per quel che riguarda le altre attività della cooperazione la situazione, ereditata dal precedente governo di centrodestra, è addirittura drammatica. Le risorse per l’aiuto pubblico bilaterale a favore dei Paesi in via di sviluppo, che nel 2003 ammontavano a 617,8 milioni di euro, sono quest’ anno, con l’ultima finanziaria, quasi dimezzate: appena a 392 milioni di euro. Mettendo a rischio, se non ci sarà una forte e immediata inversione di tendenza, il sostegno ai progetti di cooperazione avviati dalle Organizzazioni non governative, molti dei quali rischiano ora di non poter essere portati a termine.

La viceministro agli Esteri, Patrizia Sentinelli, che ha la delega della cooperazione, è consapevole di questo “rischio paralisi” e sa di avere davanti a sé problemi e difficoltà pesanti. “Le casse sono vuote, assolutamente vuote” riconosce in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano Liberazione nella quale osserva che “negli incontri internazionali il governo Berlusconi si faceva bello lanciando grandi progetti per la cooperazione allo sviluppo ma era un bluff, perché mentre prometteva mirabilia tagliava i fondi necessari”. D’altra parte, come la viceministro ha sottolineato pochi giorni fa a Bari al forum di “Sbilanciamoci”, neppure la Finanziaria che sta preparando l’attuale governo “va bene”. “Nella maggioranza – aveva aggiunto – c’è una discussione molto viva e in alcuni momenti molto aspra. C’è, chiamiamola così come è,una divisione; non una rottura, una divisione, una differente posizione”.

Sentinelli, però, non dispera. “È chiaro – afferma nell’intervista odierna a Liberazione – che la situazione della cooperazione allo sviluppo non resterà questa. È impensabile”. Per la viceministro, sempre in base dell’intervista, la via per trovare una soluzione al problema delle risorse potrebbe giungere da un maggiore “scambio di informazioni e da una strategia comune” tra la Cooperazione allo sviluppo della Farnesina e il ministero dell’Economia che permettano una diversa allocazione delle risorse. “Per capire quanto e come il ministero degli Esteri intervenire, e ottenere, a proposito di risorse economiche – ha spiegato infatti la Sentinelli – è bene sapere che solo un terzo dei fondi destinati alla Cooperazione allo sviluppo è erogata e gestita dalla Farnesina, mentre la parte più consistente, circa i due terzi, viene erogata dal ministero dell’Economia in maniera del tutto autonoma”. E all’obiezione che l’attuale momento di rigore e ristrettezze non è forse il migliore per ottenere fondi dall’Economia, la Sentinelli ha risposto che “uno dei punti su cui è necessario convenire tutti è che non si governa il cambiamento con i tagli” e che “per la cooperazione ci vuole un consistente incremento di risorse”.

Che un diverso “bilanciamento” tra la parte di risorse gestite dal ministero degli Esteri e quella in conto alla direzione generale della Cooperazione della Farnesina possa essere la via per ridare risorse alla Dgcs, e di conseguenza alle attività delle Ong, è convinzione anche delle organizzazioni non governative. Proprio per questo l’Associazione italiana delle Ong ha già in calendario, per venerdì 29 settembre a Roma, un’assemblea imperniata su un confronto tra il nuovo responsabile della Dgcs del ministero degli Esteri, Alain Economides, e il sottosegretario Paolo Cento che, al ministero dell’Economia, ha la delega per la gestione dei fondi multilaterali. “Abbiamo voluto questo confronto perché soltanto un faccia a faccia diretto può consentire di trovare una soluzione operativa ed evitare che sussistano ambiguità e mezze verità” ha spiegato al VELINO il presidente dell’Associazione delle Ong, Sergio Marelli, ricordando di avere già discusso questo problema con il sottosegretario Cento in luglio, subito dopo la formazione dell’attuale governo. “Perché – avverte Marelli – una cosa è chiara, come del resto diciamo ormai da tempo: le nostre organizzazioni hanno l’acqua alla gola e, per mancanza di fondi, già nella prima parte di quest’anno alcune di esse sono state costrette a interrompere programmi ormai avviati. Se con questa finanziaria non si riuscirà a invertirere la tendenza, e a ridare fiato alle Ong, per la cooperazione italiana sarà un dramma”.

La necessità di una politica di bilancio rigorosa, afferma Marelli, non è una ragione sufficiente per tagliare i fondi alla cooperazione. “Siamo alle solite - spiega -. Il centrosinistra avanza le stesse giustificazioni dietro cui si nascondeva, prima, il centrodestra. Giustificazioni infondate, perché altri paesi, non dico la Germania o la Norvegia, ma per esempio la Spagna, che è nelle stesse difficoltà dell’Italia, ha avuto il coraggio di raddoppiare le risorse destinate all’aiuto allo sviluppo. Nulla è cambiato rispetto alla situazione nella quale si è svolta la campagna elettorale, per cui gli impegni iscritti nel programma dell’Unione vanno mantenuti. A cominciare dall’aumento allo 0,33 per cento, nel 2007, delle risorse della cooperazione”. (reb)

08 settembre 2006

MAli aiutiamo a studiare?


Nuovo appuntamento: Per la campagna "MAli aiutiamo a studiare?" per la realizzazione di una scuola primaria nel villaggio di Konsogue Do, il comune di San Benigno Canavese ha invitato RETE ad essere presente con uno stand in occasione della manifestazione "C'era una volta", in programma il 15 ottobre. In questa occasione verrà ufficialemente chiusa la raccolta fondi tra i cittadini per la costruzione stessa (mentre continuerà per garantire l'assistenza alle attività didattiche) e verranno mostrate delle foto dei lavori. Sarà inoltre presente Mamadou Guindo, rappresentante della ong locale maliana che si sta occupando della supervisione dei lavori. by Katia

07 settembre 2006

Sulla questione della strategia della cooperazione allo sviluppo.

Da uno sguardo generale sulla cooperazione internazionale allo sviluppo italiana ed europea due limiti, fra i molti, appaiono evidenti:

1. la estrema polverizzazione degli interventi e, frequentemente, casuali, degli enti nazionali e locali, che praticano a vario titolo, politiche di aiuto allo sviluppo e all’emergenza;

2. l’inesistente connessione strategica governativa tra cooperazione allo sviluppo, politica estera e politica commerciale.

L’aspetto più preoccupante del secondo limite sta nell’evidente contraddizione tra la politica commerciale italiana (e dell’Unione Europea) imperniata sul protezionismo e sovvenzione alla produzione ed esportazione dei prodotti agricoli e la politica estera e di aiuto allo sviluppo.

La rottura dei negoziati tra i paesi del Mercosur e dell’Unione Europea e degli Stati Uniti avvenuta a Cancun nel 2004 e le attuali difficoltà a pervenire ad un accordo tra il blocco di questi paesi e l’Unione Europea nell’ambito del Doha Round, sono insite nella doppiezza e all’incoerenza dell’atteggiamento dei paesi sviluppati.

Non si tratta di stabilire a quali condizioni è possibile raggiungere un accordo equo e di reciprocità, ma solo sottolineare che la soluzione sta nel rendere la politica commerciale compatibile con gli obiettivi della strategia dell’aiuto allo sviluppo, onde evitare di togliere con una mano quanto si è dato con l’altra.

In effetti si toglie molto alle possibilità dell’auto-sviluppo sostenibile di paesi o gruppi di paesi con le attuali politiche commerciali aggressive e sovvenzionate da un lato e pratiche protezionistiche dall’altro, politiche che nei fatti vanno ad esclusivo vantaggio delle lobbys interne ai singoli paesi.

Dopo anni di dichiarati impegni alla diminuzione, il 50% del bilancio dell’UE è ancora destinato al settore dell’agricoltura, quando gli stessi addetti al settore non raggiungono le due cifre nonostante l’allargamento dell’Unione a 25 paesi.

La proposta è semplice: il nuovo governo dovrà stabilire un nesso coerente tra politica di cooperazione allo sviluppo e politica estera e commerciale attraverso un organismo interministeriale consultivo che stabilisca coerenza strategica alle politiche verso l’esterno.

In altre parole, il nuovo governo dovrà stabilire un minimo di compatibilità tra le sue politiche all’interno della UE e verso l’esterno, affinché le relazioni Nord – Sud siano finalmente indirizzate verso efficaci e coerenti azioni, al fine di contrastare la crescente divaricazione della ricchezza mondiale, così favorendo efficacia alle azioni per la realizzazioni dell’auto – sviluppo dei paesi del Sud del mondo.

Alberto Tridente, 13.03.06

Notizie dalla Campagna EuropAfrica

La nuova agricoltura comincia dalle donne

Al via quattro incontri tra le contadine africane del college des femmes del ROPPA con le donne italiane in agricoltura

Tessere nuovi legami di solidarietà tra le donne della “nuova agricoltura” italiana e quelle del Sud – dell’Africa in particolare. Raccontare e condividere il valore dell'agricoltura familiare: produttrice di cibi di qualità, spazio di impiego, sostenibile nel suo utilizzo dell’energia, portatrice della tanto decantata multifunzionalità, perno del concetto più ampio di sviluppo dei territori rurali che nell’Europa dei 25 rappresentano il 90% del territorio del continente.

Comincia oggi pomeriggio, con l'incontro con le donne DS impegnate in agricoltura, il ciclo di incontri e le visite presso esperienze italiane pilota della "nuova agricoltura", la visita nel nostro Paese della delegazione delle contadine africane del ROPPA (Rete di organizzazioni contadine e di produttori agricoli dell’Africa occidentale), che mette insieme le Piattaforme nazionali contadine di 12 Paesi e più di 50 milioni di agricoltori.

Gli incontri sono organizzati nell'ambito della campagna "EuropAfrica-Terre contadine: per un'agricoltura solidale e sostenibile nel Nord come nel Sud del Mondo", al suo secondo anno di attività, coordinata in Italia dalle ong Terra Nuova e Crocevia e supportata da un cartello di organizzazioni tra le quali AUCS, CIPSI, CISV, COSPE, RETE. Partecipano inoltre alcune organizzazioni agricole (Coldiretti, Aiab, Ari), associazioni ambientaliste e del commercio equo.

Protagoniste degli incontri saranno Ruth Kobyagda Ouali, Segretario generale ‘Collège des Femmes‘ del Burkina Faso e DIARRA Aminata DIARRA che é vice presidente della CNOP e presidente FENAFER (Federation nationale des femmes rurales) del Mali

"Le donne africane - racconta Nora McKeon, coordinatrice della campagna - si sono battute per avere una rappresentanza in seno alle Piattaforme nazionali agricole africane e nel Comitato esecutivo regionale del ROPPA. Si sono confrontate con gli uomini in modo pacifico ed estremamente efficace per avere il diritto anche ad un loro spazio autonomo di riflessione e di programmazione: il Forum delle donne (Collège des femmes). Ed ora si sono messe al lavoro su programmi concreti nell’ambito della grande campagna lanciata dal ROPPA e gestita innanzitutto dalle donne: volta a dimostrare che “l’Africa può nutrire se stessa!”. Una parte importante di questa lotta per la riqualificazione dell’agricoltura familiare africana consiste nel aiutare le aziende familiari a trattenere più valore aggiunto in campagna passando dalla semplice produzione di materie primarie alla trasformazione e la commercializzazione su una scala di piccola-media impresa, lavori che spettano alle donne per eccellenza. La nostra campagna EuropAfrica ha il piacere di offrire un canale di solidarietà fra donne italiane e africane in questo campo considerando che in Italia, più che in altri paesi europei, l’agricoltura familiare e la piccola-media impresa agricola sono delle realtà affermate e ricche di esperienze da condividere. La nostra proposta consiste in partenariati e scambi concreti tra le imprenditrici agricoli di territori italiani e africani intorno a comparti presenti in ambedue le zone: il latte nel Lazio e nel Mali, il riso in Piemonte e Burkina Faso".

http://www.europafrica.info/

Riguardo ai progetti in Senegal e Mali


Senegal: è in corso un intervento, battezzato MYCOR, per la formazione e diffusione di tecniche di agricoltura integrata e biologica, in particolare grazie all'utilizzo di un consorzio di funghi e batteri (micorrize) presenti in natura a partire dalle radici delle piante, e di cui esse si servono per nutrirsi e proteggersi. Il consorzio di micorrize ci è stato offerto dalla CCS di Aosta e può sostituire i concimi chimici; al momento stiamo avviando la loro produzione sul posto, in collaborazione con l'Università di Dakar e la federazione contadina FAPAL.

Sono stati spediti tutti i macchinari necessari per la produzione e si è avviata anche la produzione di vasi per far sviluppare le micorrize. I contadini hanno con l’ultimo raccolto potuto verificare un reale miglioramento della produzione.

Si sono incontrate più volte le istituzioni locali che hanno grandi aspettative politiche e tecniche. Inoltre il presidente del Consiglio Regionale di Louga ci ha coinvolto per la prossima edizione del Forum sull’emigrazione dall’area di Louga, la cui prima edizione ha avuto luogo a gennaio.

A questo proposito riflettiamo sulla quantità di rimesse inviate in Senegal dagli emigrati, rispetto alle cifre mobilitate dalla cooperazione: non è difficile immaginare come la prima somma sia varie volte multipla della seconda.


Mali: parallelamente, continua la produzione e trasformazione di scalogno dogon nell'area di Bandiagara tramite l'associazione dei suoi produttori. A questo proposito, la scelta delle azioni da sviluppare è stata fatta insieme a loro, riflettendo sul fatto che qualsiasi prodotto orticolo vale molto poco al momento del raccolto e non dà quasi nulla ai contadini, una volta pagati i debiti contratti durante l'anno. Il taglio e l'essicazione dello scalogno direttamente sotto il sole o in essicatoi a energia solare (sull'esempio della cooperazione tedesca) permette di conservarlo a lungo e commerciarlo ad un prezzo decisamente migliore.

Lo scalogno dogon è molto apprezzato sul mercato locale, ma è ancora presto per prevedere una vendita organizzata dello scalogno in Italia per quanto nei canali del commercio equo: avvieremo presto un percorso di certificazione con l'ICEA
e la ricerca degli imballaggi adatti, inesistenti nel paese.

Nel frattempo la TV maliana nazionale, ORTM, ha effettuato una missione di vari giorni presso il progetto per un servizio, che è già stato dato alla radio nazionale e che è in montaggio per la tv. Abbiamo copia delle riprese.


in ITALIA:

Dal 26 al 30 ottobre avrà luogo a Torino TERRA MADRE, l'incontro delle comunità del cibo promosso da Slow Food. E parteciperanno tutte le organizzazioni rurali nostre partner da Senegal (Fapal e Apecs), Mali (PDCO) e Burkina Faso (PROMES). Tutti loro resteranno almeno durante la settimana successiva per lavorare insieme, confrontare le azioni in corso e per partecipare ad incontri che stiamo cominciando a fissare. Siamo aperti ad organizzare incontri con tutte le realtà interessate.
011-7707388 rete@arpnet.it
www.terramadre2006.org

altri appuntamenti:

Il 28 settembre alle 21 al teatro Baretti proiezione di cortometraggi bosniaci.

Questo fine settimana siamo presenti alla Festa in rosso di Brandizzo.

Il fine settimana del 16-17 settembre alla manifestazione sul volontariato a Venaria.

Il 16 settembre sera inoltre avrà luogo la cena multietnica-spettacolo teatrale conclusiva dello scambio internazionale TEATRO E CUCINA per i ragazzi bosniaci, serbi, tedeschi e italiani.

Il giorno 1 e il fine settimana del 7-8 ottobre saremo alla Festa in rosso di Ivrea.

Il 24 ottobre al Circolo Caleydos di Torino serata per il Mali con mostra e proiezione di un dvd, con gli Argonauti.

011-7707388 rete@arpnet.it

in vista dell'assemblea annuale

Come tutti i mercoledì ieri ci siamo incontrati nel Gruppo Progetti per fare il punto della situazione. Quindi ecco alcune cose interessanti.

Il 30 settembre avrà luogo la seconda
assemblea annuale di RETE. La mattina sarà dedicata all’approvazione del bilancio e alla discussione interna ai soci, mentre il pomeriggio l’assemblea sarà aperta a tutti i simpatizzanti e ad altri interventi esterni per un seminario di riflessione sul senso dell’esperienza associativa e le strategie politiche della nostra cooperazione.
Durante l'assemblea saranno approvate anche tutte le nuove richieste di associarsi.

Invitaremo a parlare anche le altre Ong con cui collaboriamo a Torino, i sindacati e gli enti locali.


Mozambico: La formazione professionale per giovani disagiati della periferia di Maputo per la loro integrazione nel mondo del lavoro.
Nell'ambito della Unione Generale delle Cooperative (UGC) Agro-zootecniche di Maputo, il consorzio di ONG RETE-MAIS sta sviluppando un progetto triennale (siamo a fine secondo anno) sulla formazione professionale, diretto alle classi giovanili piu' deboli della periferia della citta' di Maputo, capitale del Mozambico.
All'interno di una grande area che funziona come officina polivalente dell'UGC (Officina auto, falegnameria e carpenteria metallica) in un quartiere periferico di Maputo, e' stato creato un Centro di Formazione Professionale (CFP) con corsi di meccanica auto, elettrauto, impianti frigoriferi e informatica.
Durante il primo anno sono state fatte opere di costruzione e riabilitazione di aule, laboratori, uffici ed altre aree di servizio, create le condizioni organizzative per l'avvio dei corsi e realizzati alcuni corsi di informatica ed uno di meccanica auto per i lavoratori dell'officina dell'UGC. Durante questo secondo anno sono stati invece essenzialmente svolti corsi a cui hanno partecipato fino ad ora circa 220 alunni, di cui 62 sono state ragazze.
Sono stati svolti finora complessivamente 20 corsi. Ultimamente, per dare maggiore opportunita' di partecipazione alle donne, si e' preparato un corso per segretarie d'azienda, che iniziera' il giorno 18 di Settembre 2006, in collaborazione con il Ministero del Lavoro, con cui e' stato siglato un Memorando di Intendimento per svolgere attivitita' congiunte sulla formazione professionale e sull'avviamento dei giovani al lavoro.
I giovani che si sono candidati ai corsi sono stati piu' di 400, durante un breve periodo di apertura delle iscrizioni.
Oltre alla formazione teorico-pratica presso il CFP, per poter terminare il corso ed ottenere una certificazione, i giovani frequentano uno stage di circa tre mesi presso imprese locali, con cui si sono stabiliti dei rapporti di collaborazione.
L'intervento di RETE non termina con la formazione, ma continua con un accompagnamento per l'inserimento di questi giovani nel mondo del lavoro. Per favorire forme di lavoro autonomo, i giovani formati sono incentivati a sottoporre iniziative di associativismo per la creazione di micro imprese, potendo per questo accedere ad un micro credito e ricevere attrezzature per lo svolgimento del loro lavoro.
Per sviluppare questo senso imprenditoriale, alla fine dei corsi i giovani frequentano un modulo di gestione di piccole imprese, dato all'interno del CFP da funzionari del Ministero del Lavoro.
Allo stato attuale, i primi alunni del CFP stanno ancora frequentando gli stage presso le imprese, dovendo terminare nel mese di Ottobre 2006.

Antonio Archetti - Coordinatore locale RETE, progetto AID 7318/RETE-MAIS/MOZ

06 settembre 2006

Incontro dei rappresentanti dell’Associazione delle Ong Italiane con il Direttore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (ministro Economides).

Due appunti:

Riforma della Legge 49 che regola la Cooperazione allo Sviluppo: abbiamo sottolineato al Direttore questa necessità, ma al tempo stesso l’urgenza di uscire dall’empasse amministrativo che impedisce alle ONG di lavorare con continuità, ad esempio attraverso l’iscrizione dei fondi per la cooperazione alla Gestione straordinaria. Alla nostra sottolineatura circa la necessità per sbloccare la situazione attuale di tornare alla “gestione fuori bilancio”, il Ministro Economides ha concordato sull’efficacia della gestione straordinaria, ma ritiene che al momento la DGCS non sarebbe in grado di affrontare un tale repentino cambiamento, sta quindi testando la possibilità di applicare la gestione straordinaria per settori, partendo ad esempio dai fondi che il governo metterà a disposizione per la cooperazione in Libano. Ha confermato, comunque, l’intenzione del Ministro D’Alema di procedere il più rapidamente possibile alla riforma della Legge di cooperazione.

Crediti delle ONG
: il Consigliere Barbaro ci ha informato che il debito complessivo nei confronti delle ONG italiane del Ministero degli Esteri per i progetti co-finanziati ammonta a circa 40 milioni di Euro. Per quanto riguarda il pagamento delle prime annualità dei progetti nei paesi in via di sviluppo, ha confermato che il blocco dipende dal Ministero dell’Economia che non procede ormai da un anno all’approvazione per gli impegni di spesa pluriennali. Per quanto riguarda invece le seconde e terze annualità, si sta provvedendo al pagamento per il residuo di cassa ancora a disposizione che ammonta a circa 6 milioni di Euro. In concreto ciò significa che, non disponendo più ne della “disponibilità di cassa”, al momento non sono prevedibili ulteriori pagamenti sui progetti per questo 2005.

Associazione Ong Italiane - Sergio Marelli

05 settembre 2006

feste di fine estate

Ecco i prossimi appuntamenti: saremo presenti questo fine settimana alla Festa in rosso di Brandizzo, e dal 28 settembre all'8 ottobre (durante i fine settimana) a quella di Ivrea con uno stand. Veniteci a trovare.

04 settembre 2006

Scambio internazionale per i ragazzi

La novità più recente è che abbiamo organizzato a Torino uno scambio internazionale con ragazzi italiani, tedeschi, bosniaci e serbi.
Lo scambio avrà luogo a Torino dal 7 al 17 settembre.
Il tema dello scambio è TEATRO E CUCINA: ci si insegnerà reciprocamente a cucinare piatti tipici
del proprio paese e si realizzerà uno spettacolo teatrale con cena di presentazione. nello corso dello scambio sono anche previsti laboratori di musica, teatro e scenografia digitale.
Le attività si svolgeranno presso il Cecchi Point di via Cecchi, in inglese.

Ci sono 6 posti disponibili per ragazzi dai 18 ai 25 anni. Il costo è di 50 euro tutto compreso.
Chiamateci allo 011-7707388 o scriveteci a rete@arpnet.it