11 gennaio 2007

marrakech

Eccomi qui nella mia nuova casa, il Marocco.

Intanto qualche considerazione personale, che mi porta a pensare che nel mio sangue scorra qualche gene nomade, altrimenti non si spiegherebbe come mai appena passato il confine con il mio paese, tutte le mie paranoie, ansie e paure scompaiono, nonostante sia il momento in cui dovrei averne di più, dato che mi trovo in un paese sconosciuto, una cultura per me nuova, e pressoché da sola. Eppure, respirando a pieni polmoni i profumi di marrakech, sorridendo come una bambina con il naso all’insù, mi sento felice.
Qualche considerazione molto superficiale sul luogo: l’impressione più inquietante che sto avendo, dopo una prima idea di Marrakech come città di livello europeo se non più, ricca, pulita e ordinata, è che un mondo estraneo si stia appropriando di un Marocco che rischia di scomparire. Parlo dei ricchi di Marrakech e degli stranieri che comprano le vecchie case in centro nella medina per ristrutturarle e venirci a vivere, magari per tre settimane all’anno, mentre i marrachines sono costretti a cercare casa nei sobborghi che vengono costruiti di fretta e furia fuori città. Parlo dei country club, golf club, parchi acquatici (in un paese in cui c’è la siccità!!!) che mangiano ettari agli ulivi e ai campi agricoli, come sta avvenendo lungo la strada che porta a Tamesloht. I contadini vendono la terra, per poter sopravvivere ad annate sterili, terre che acquistano subito un valore centuplicato, per arricchire le compagnie straniere, ma che non porteranno nulla alla comunità locale, che si vede emarginata in un processo che solo apparentemente sta portando benessere, e di cui mi sento pericolosamente colpevole, siamo tutti un po’ colpevoli, dato che se proprio volessimo andare in un acqua park, potremmo andare a Rivoli in fondo, e non a Marrakech, sottraendo acqua all’agricoltura. Non sono solo mie considerazioni, ma riflessioni fatte insieme alla cordiale e meravigliosa popolazione di Tamesloht, che ringrazio per avermi accolta con tanto calore.
By katia, Marrakech, 10 janvier 2007