20 gennaio 2007


"Il Marocco è un susseguirsi di porte che si spalancano a mano a mano che si avanza. E non si può avanzare se non visitandolo assiduamente, e conservando in sé il desiderio dello stupore, la curiosità di conoscere e di assimilare”
(Tahar ben Jelloun)

17 gennaio 2007

marakech parte seconda


Sempre più mi sto integrando nello stile di vita marocchino, soprattutto ora che mi sono trasferita nella mia nuova casa e la famiglia del padrone di casa, mia vicina, mi ha formalmente adottato, per cui mangio spesso a casa loro e i weekend si cucina tutti insieme in questa grande famiglia di sole donne!!! Ormai non so più cos’è una forchetta, ma in compenso il calore e l’amicizia che mi danno queste persone mi aiutano a non sentire nostalgie varie, in Italia e in Mali. In più facciamo la spesa nei mercatini popolari, ci coccoliamo all’hammam, e adoro il profumo di coriandolo che ti resta sulle mani dopo averlo pulito per preparare il tajine..
Il progetto… L’aspetto che più colpisce di Tamesloht, è la cortina di fumo denso e nero che avvolge il villaggio, e che si vede fin da lontano. La causa è l’inquinamento dovuto ai forni che gli artigiani usano per cuocere le terrecotte, e che utilizzano per la combustione pneumatici usati!! L’effetto è tremendo, non solo sull’ambiente, ma anche sulla salute umana, degli artigiani che lavorano tutto il giorno in mezzo al fumo nero e delle famiglie che abitano nei pressi. Credo che bisognerebbe coinvolgere qualche associazione ambientalista italiana e anche il partito dei verdi, per ora le speranze di cambiare le cose riposano in qualche vaga promessa, poiché il necessario passaggio all’uso di forni a gas ecologici è molto costoso. La mancanza di organizzazione è l’altro problema, dovuto principalmente al fatto che gli artigiani che si riuniscono in cooperativa a fronte di oneri finanziari e di tempo non vedono risultati tangibili e immediati. I tempi burocratici per l’approvazione dei progetti sono infatti biblici e l’unico finanziamento un po’ costante nel tempo e immediato è quello dei nostri progetti. La notte i muezzin della moschea che domina sulla mia casa mi sveglia, lasciandomi per un attimo sospesa tra il sogno e la realtà. Marrakech, 17 janvier 2007

11 gennaio 2007

marrakech

Eccomi qui nella mia nuova casa, il Marocco.

Intanto qualche considerazione personale, che mi porta a pensare che nel mio sangue scorra qualche gene nomade, altrimenti non si spiegherebbe come mai appena passato il confine con il mio paese, tutte le mie paranoie, ansie e paure scompaiono, nonostante sia il momento in cui dovrei averne di più, dato che mi trovo in un paese sconosciuto, una cultura per me nuova, e pressoché da sola. Eppure, respirando a pieni polmoni i profumi di marrakech, sorridendo come una bambina con il naso all’insù, mi sento felice.
Qualche considerazione molto superficiale sul luogo: l’impressione più inquietante che sto avendo, dopo una prima idea di Marrakech come città di livello europeo se non più, ricca, pulita e ordinata, è che un mondo estraneo si stia appropriando di un Marocco che rischia di scomparire. Parlo dei ricchi di Marrakech e degli stranieri che comprano le vecchie case in centro nella medina per ristrutturarle e venirci a vivere, magari per tre settimane all’anno, mentre i marrachines sono costretti a cercare casa nei sobborghi che vengono costruiti di fretta e furia fuori città. Parlo dei country club, golf club, parchi acquatici (in un paese in cui c’è la siccità!!!) che mangiano ettari agli ulivi e ai campi agricoli, come sta avvenendo lungo la strada che porta a Tamesloht. I contadini vendono la terra, per poter sopravvivere ad annate sterili, terre che acquistano subito un valore centuplicato, per arricchire le compagnie straniere, ma che non porteranno nulla alla comunità locale, che si vede emarginata in un processo che solo apparentemente sta portando benessere, e di cui mi sento pericolosamente colpevole, siamo tutti un po’ colpevoli, dato che se proprio volessimo andare in un acqua park, potremmo andare a Rivoli in fondo, e non a Marrakech, sottraendo acqua all’agricoltura. Non sono solo mie considerazioni, ma riflessioni fatte insieme alla cordiale e meravigliosa popolazione di Tamesloht, che ringrazio per avermi accolta con tanto calore.
By katia, Marrakech, 10 janvier 2007

02 gennaio 2007

happy new year..

BUON 2007 DA RE.TE.!!!