17 gennaio 2007

marakech parte seconda


Sempre più mi sto integrando nello stile di vita marocchino, soprattutto ora che mi sono trasferita nella mia nuova casa e la famiglia del padrone di casa, mia vicina, mi ha formalmente adottato, per cui mangio spesso a casa loro e i weekend si cucina tutti insieme in questa grande famiglia di sole donne!!! Ormai non so più cos’è una forchetta, ma in compenso il calore e l’amicizia che mi danno queste persone mi aiutano a non sentire nostalgie varie, in Italia e in Mali. In più facciamo la spesa nei mercatini popolari, ci coccoliamo all’hammam, e adoro il profumo di coriandolo che ti resta sulle mani dopo averlo pulito per preparare il tajine..
Il progetto… L’aspetto che più colpisce di Tamesloht, è la cortina di fumo denso e nero che avvolge il villaggio, e che si vede fin da lontano. La causa è l’inquinamento dovuto ai forni che gli artigiani usano per cuocere le terrecotte, e che utilizzano per la combustione pneumatici usati!! L’effetto è tremendo, non solo sull’ambiente, ma anche sulla salute umana, degli artigiani che lavorano tutto il giorno in mezzo al fumo nero e delle famiglie che abitano nei pressi. Credo che bisognerebbe coinvolgere qualche associazione ambientalista italiana e anche il partito dei verdi, per ora le speranze di cambiare le cose riposano in qualche vaga promessa, poiché il necessario passaggio all’uso di forni a gas ecologici è molto costoso. La mancanza di organizzazione è l’altro problema, dovuto principalmente al fatto che gli artigiani che si riuniscono in cooperativa a fronte di oneri finanziari e di tempo non vedono risultati tangibili e immediati. I tempi burocratici per l’approvazione dei progetti sono infatti biblici e l’unico finanziamento un po’ costante nel tempo e immediato è quello dei nostri progetti. La notte i muezzin della moschea che domina sulla mia casa mi sveglia, lasciandomi per un attimo sospesa tra il sogno e la realtà. Marrakech, 17 janvier 2007