14 settembre 2006

notizie dal COCIS

IL VELINO - Finanziaria: senza soldi la cooperazione è "a rischio paralisi"

Roma - Settembre, tempo di legge finanziaria. Che equivale ancora una volta a tagli “da lacrime e sangue” soprattutto in settori che – come la cooperazione allo sviluppo – vengono considerati da alcuni, anche nel governo, qualcosa di non essenziale. Quest’anno, poi, “l'emergenza Libano” ha ulteriormente complicato le cose: se per gli aiuti umanitari a questo paese il governo ha stanziato a fine agosto 30 milioni di euro, per quel che riguarda le altre attività della cooperazione la situazione, ereditata dal precedente governo di centrodestra, è addirittura drammatica. Le risorse per l’aiuto pubblico bilaterale a favore dei Paesi in via di sviluppo, che nel 2003 ammontavano a 617,8 milioni di euro, sono quest’ anno, con l’ultima finanziaria, quasi dimezzate: appena a 392 milioni di euro. Mettendo a rischio, se non ci sarà una forte e immediata inversione di tendenza, il sostegno ai progetti di cooperazione avviati dalle Organizzazioni non governative, molti dei quali rischiano ora di non poter essere portati a termine.

La viceministro agli Esteri, Patrizia Sentinelli, che ha la delega della cooperazione, è consapevole di questo “rischio paralisi” e sa di avere davanti a sé problemi e difficoltà pesanti. “Le casse sono vuote, assolutamente vuote” riconosce in un’intervista pubblicata oggi dal quotidiano Liberazione nella quale osserva che “negli incontri internazionali il governo Berlusconi si faceva bello lanciando grandi progetti per la cooperazione allo sviluppo ma era un bluff, perché mentre prometteva mirabilia tagliava i fondi necessari”. D’altra parte, come la viceministro ha sottolineato pochi giorni fa a Bari al forum di “Sbilanciamoci”, neppure la Finanziaria che sta preparando l’attuale governo “va bene”. “Nella maggioranza – aveva aggiunto – c’è una discussione molto viva e in alcuni momenti molto aspra. C’è, chiamiamola così come è,una divisione; non una rottura, una divisione, una differente posizione”.

Sentinelli, però, non dispera. “È chiaro – afferma nell’intervista odierna a Liberazione – che la situazione della cooperazione allo sviluppo non resterà questa. È impensabile”. Per la viceministro, sempre in base dell’intervista, la via per trovare una soluzione al problema delle risorse potrebbe giungere da un maggiore “scambio di informazioni e da una strategia comune” tra la Cooperazione allo sviluppo della Farnesina e il ministero dell’Economia che permettano una diversa allocazione delle risorse. “Per capire quanto e come il ministero degli Esteri intervenire, e ottenere, a proposito di risorse economiche – ha spiegato infatti la Sentinelli – è bene sapere che solo un terzo dei fondi destinati alla Cooperazione allo sviluppo è erogata e gestita dalla Farnesina, mentre la parte più consistente, circa i due terzi, viene erogata dal ministero dell’Economia in maniera del tutto autonoma”. E all’obiezione che l’attuale momento di rigore e ristrettezze non è forse il migliore per ottenere fondi dall’Economia, la Sentinelli ha risposto che “uno dei punti su cui è necessario convenire tutti è che non si governa il cambiamento con i tagli” e che “per la cooperazione ci vuole un consistente incremento di risorse”.

Che un diverso “bilanciamento” tra la parte di risorse gestite dal ministero degli Esteri e quella in conto alla direzione generale della Cooperazione della Farnesina possa essere la via per ridare risorse alla Dgcs, e di conseguenza alle attività delle Ong, è convinzione anche delle organizzazioni non governative. Proprio per questo l’Associazione italiana delle Ong ha già in calendario, per venerdì 29 settembre a Roma, un’assemblea imperniata su un confronto tra il nuovo responsabile della Dgcs del ministero degli Esteri, Alain Economides, e il sottosegretario Paolo Cento che, al ministero dell’Economia, ha la delega per la gestione dei fondi multilaterali. “Abbiamo voluto questo confronto perché soltanto un faccia a faccia diretto può consentire di trovare una soluzione operativa ed evitare che sussistano ambiguità e mezze verità” ha spiegato al VELINO il presidente dell’Associazione delle Ong, Sergio Marelli, ricordando di avere già discusso questo problema con il sottosegretario Cento in luglio, subito dopo la formazione dell’attuale governo. “Perché – avverte Marelli – una cosa è chiara, come del resto diciamo ormai da tempo: le nostre organizzazioni hanno l’acqua alla gola e, per mancanza di fondi, già nella prima parte di quest’anno alcune di esse sono state costrette a interrompere programmi ormai avviati. Se con questa finanziaria non si riuscirà a invertirere la tendenza, e a ridare fiato alle Ong, per la cooperazione italiana sarà un dramma”.

La necessità di una politica di bilancio rigorosa, afferma Marelli, non è una ragione sufficiente per tagliare i fondi alla cooperazione. “Siamo alle solite - spiega -. Il centrosinistra avanza le stesse giustificazioni dietro cui si nascondeva, prima, il centrodestra. Giustificazioni infondate, perché altri paesi, non dico la Germania o la Norvegia, ma per esempio la Spagna, che è nelle stesse difficoltà dell’Italia, ha avuto il coraggio di raddoppiare le risorse destinate all’aiuto allo sviluppo. Nulla è cambiato rispetto alla situazione nella quale si è svolta la campagna elettorale, per cui gli impegni iscritti nel programma dell’Unione vanno mantenuti. A cominciare dall’aumento allo 0,33 per cento, nel 2007, delle risorse della cooperazione”. (reb)